Differences in treatment
Since the eighteenth century imperial economies and Christian narratives on white supremacy have moved the centers of production of knowledge and values from Asia, the Middle East and the Mediterranean to the north of Europe (the Netherlands, France, Germany or England) Inventing not only the south but also the east.
Much later, during the Cold War, the West once again had political significance and the geographic map was again fragmented. Paradoxically, after the second wave of decolonization (India, Algeria, Nigeria, etc.), the fall of the Berlin Wall, and the global expansion of financial capitalism, the differences between North and South instead of disappearing have multiplied. The 2007 crisis has amplified differences in treatment, building a new southern Europe, with its "Pigs": Portugal, Italy, Greece and Spain.
South is not a place, Is the result of the relationships between power, knowledge and space. Colonial modernity invents a geography and a chronology: the south is primitive and past. North represents progress and the future. South is the result of a racial and sexual system of social classification, a binary epistemology that opposes high and low, spirit and body, head and feet, rationalization and emotion, theory and practice. South is a sexually abused and razed myth. In western epistemology, the south is animal, feminine, infantile, and little virile. The south is potentially ill, weak, stupid, inept, lazy and poor. The South is always represented as being devoid of sovereignty, knowledge, wealth and, consequently, intrinsically indebted to the north. At the same time, the South is the place where capitalist extraction takes place, the place where the North collects energy, sense, enjoyment and added value. South is the skin and the uterus. Oil and coffee. Human flesh and gold.
Differenze di trattamento
È dal diciottesimo secolo che le economie imperiali e le narrazioni cristiane sulla supremazia bianca hanno trasferito i centri di produzione della conoscenza e dei valori di Asia, Medio Oriente e Mediterraneo verso il nord dell’Europa (Paesi Bassi, Francia, Germania o Inghilterra), inventando non solo il sud ma anche l’est.
Molto più tardi, durante la guerra fredda, l’occidente si è dotato nuovamente di significanti politici e la mappa geografica è stata nuovamente frammentata. Paradossalmente, dopo la seconda ondata di decolonizzazione (India, Algeria, Nigeria eccetera), la caduta del muro di Berlino e l’espansione globale del capitalismo finanziario, le differenze tra nord e sud, invece di scomparire, si sono moltiplicate. La crisi del 2007 ha amplificato le differenze di trattamento, costruendo un nuovo sud dell’Europa, con i suoi “Pigs”: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
Il sud non è un luogo, casomai l’effetto delle relazioni tra potere, conoscenza e spazio. La modernità coloniale inventa una geografia e una cronologia: il sud è primitivo e passato. Il nord rappresenta il progresso e il futuro. Il sud è il risultato di un sistema razziale e sessuale di classificazione sociale, un’epistemologia binaria che oppone alto e basso, spirito e corpo, testa e piedi, razionalizzazione ed emozione, teoria e pratica. Il sud è un mito sessualizzato e razzializzato. Nell’epistemologia occidentale, il sud è animale, femminile, infantile e poco virile. Il sud è potenzialmente malato, debole, stupido, inetto, pigro e povero. Il sud è sempre rappresentato come privo di sovranità, di conoscenza, di ricchezza e, di conseguenza, intrinsecamente indebitato nei confronti del nord. Allo stesso tempo il sud è il luogo dove ha luogo l’estrazione capitalista, il luogo nel quale il nord raccoglie energia, senso, godimento e valore aggiunto. Il sud è la pelle e l’utero. L’olio e il caffè. La carne umana e l’oro.
Abstract from "L’invenzione del Sud", Paul B. Preciado, Libèration, France.13 July 2017